FRANCESCO RAMPIN. La Pelle del Porfido

Editoriale Giorgio Mondadori

FRANCESCO RAMPIN. La Pelle del Porfido

a cura di Matteo Rampin

“Un artista abbisogna della fisicità, necessita che la sua pelle sia in relazione con la pelle dei materiali, stabilisce in tal modo un contatto...” scrive il critico d’arte Massimiliano Sabbion nel testo di apertura della monografia, che presenta le opere dell’ultimo decennio di Francesco Rampin. Le immagini, ricche di dettagli e ingrandimenti, esaltano l’opera di un artista nelle cui mani materiali come porfido, ferro, legno, acciaio, sassi di fiume, carta diventano oggetti vivi, resi ancora più coinvolgenti dalle audaci ed eleganti cromie. Una sezione del volume è dedicata alla grande mostra svoltasi nel Centro culturale Altinate San Gaetano, a Padova (dicembre 2017-gennaio 2018). La monografia, a cura di Matteo Rampin, è di grande formato ed è arricchita dai testi di Paolo Levi, di Massimiliano Sabbion e dalla poesia “Elogio del porfido”, dedicata all’artista dal professor Giorgio Celli. Traduzione in lingua inglese.


“Se Francesco Rampin come pittore “vede”, come scultore invece “sente” i colori e la materia poiché con le sue composizioni rende la forma con i materiali arrivando a sperimentare l’incidenza della luce e palesando nella tridimensionalità azzardi cromatici nella superficie.”
Massimiliano Sabbion

“... Francesco Rampin / sa leggere nei fossili / le leggenda delle ere / sa mettere in equilibrio delle rocce / divinando il loro segreto baricentro / è un artista di scienza e di potenza / i suoi pollici premono
sulla pietra / con la persuasione del vento...”

Giorgio Celli


La monografia presenta la produzione più recente di uno scultore capace di restituire vita ed eleganza ad oggetti rifiutati dalla società attraverso un meraviglioso processo di recupero.

FRANCESCO RAMPIN
Nato nel 1948 a Casalserugo (Padova), dove vive e lavora, è autodidatta, insegnante, proviene da studi tecnici. Inizialmente pittore, presta particolare attenzione al rapporto tra uomo e natura. Successivamente si dedica alla scultura, indagando il legame tra uomo e ambiente circostante e mettendo in evidenza il disagio esistenziale collettivo nella società della globalizzazione. Nel 2007 inaugura una personale di scultura presso la Sala Ospiti del Museo Magi di G. Barbellini a Pieve di Cento, a cura di F. Battacchi. Nel 2010 viene inserito nel Catalogo degli Scultori, Editoriale Giorgio Mondadori. Nel 2011 inaugura una personale di scultura presso l’Oratorio San Rocco a Padova, a cura di E. Vanzelli. Nel 2017-2018 tiene una personale di pittura e scultura al Centro Culturale Altinate San Gaetano a Padova, a cura di Massimiliano Sabbion, le cui immagini sono riportate nel volume.