Feofeo

Editoriale Giorgio Mondadori

Feofeo

io sono colore
Il mio sentire artistico è un flusso costante di pensiero intuitivo, un ininterrotto messaggio sonoro che dal cuore esce e si trasforma in colore” scrive di sé Feofeo, artista che si è ritagliata uno spazio importante nel panorama dell’arte informale e astratta italiana. Questa sua prima importante monografia presenta oltre 160 opere realizzate tra il 2011 e il 2016 e suddivise in tre sezioni, corrispondenti ad altrettanti periodi artistici legati alla spiritualità. Dal punto di visto tecnico la pittrice predilige i colori acrilici su tela o su juta avvalendosi di vari strumenti mentre, sul piano concettuale, molti critici hanno individuato la correlazione tra i suoi dipinti e gli studi alchemici, intravedendo un legame sia a livello visivo sia semantico.Risulta comunque evidente che la sua ricerca si indirizza non verso ciò che ci circonda ma scava nei meandri più oscuri e sconosciuti della coscienza, dischiudendo infinite possibilità di interpretazione e percezione. Semplice e immediato il saluto iniziale di Feofeo, seguito dal testo critico di Giovanni Faccenda, magistrale chiave di lettura per “entrare” nelle opere dell’artista. Testi in italiano e in inglese."All’interno del panorama artistico contemporaneo, l’originale figura di Feofeo risalta per merito di una identità raggiunta sfuggendo a mode e omologazioni, nel progressivo consolidamento di un percorso espressivo sospeso fra abbandoni intimi e raffinate meditazioni intellettuali." Giovanni Faccenda Oltre 160 opere per conoscere ed apprezzare una protagonista assoluta dell’arte astratta contemporanea.Un’artista che sfugge a mode e omologazioni, originale e riconoscibile. FEOFEOÈ il nome d’arte di Federica Oddone, nata ad Alessandria nel 1969. Laureata in farmacia, inizia a sperimentare l’arte pittorica come autodidatta. Le prime composizioni sono di tipo misto e decorativo, ma negli anni affina un’elevata sensibilità per la scelta di tecniche e materiali. Il suo percorso non accademico la conduce alla ricerca del simbolo visivo come mezzo di comunicazione e, col tempo, sente la necessità di eliminare il tratto figurato per dar voce alla semplice sfumatura del colore esprimendo differenti vibrazioni animiche. Dagli studi sulla fisica quantistica, uniti alle nozioni sulla teoria del colore di Goethe, e successivamente di Stainer, approda a nuove rappresentazioni, fatte di archetipi primordiali, linee cinetiche di energia radiante e spirali auree (Fibonacci).