Catalogo generale delle opere di Armodio

Editoriale Giorgio Mondadori

Catalogo generale delle opere di Armodio

Primo Volume

Il primo volume del Catalogo Generale delle Opere raccoglie e presenta circa 350 dipinti realizzati da Armodio tra il 1960 e il 2018; alle tempere su tavola, procedimento privilegiato dall’artista, si alternano raffinate tecniche miste su carta. I soggetti, che inizialmente guardavano ai maestri Spazzali e Foppiani, hanno gradualmente acquisito autonoma personalità e la figura umana, nei primi anni ricorrente, ha da tempo lasciato spazio a libri, caffettiere, scarpe e altri oggetti che sembrano animati. In apertura il testo critico introduttivo di Giovanni Faccenda, curatore del volume e massimo esperto del Maestro, seguito dall’ampia ed esauriente biografia a cura di Martina Degl’Innocenti. Completa il volume la sezione degli apparati, che comprende l’accurata cronologia delle principali vicende biografiche del Maestro, l’antologia critica selezionata, l’elenco delle principali esposizioni e la bibliografia essenziale. “Gli operosi decenni, che questo catalogo ha inteso ripercorrere e documentare, avvalorano in ultimo, con probante risalto, quanto Balthus ci disse, nel suo chalet a Rossinière, alla presenza di Dario Durbé e Giorgio Soavi: «Armodio non ha soltanto raccolto l’eredità di Morandi, che fu pittore di luce e non di nature morte. È andato oltre quella che avrebbe potuto essere, per lui, una limitante ossessione. Per questo motivo, egli resterà, nel secondo Novecento, come uno dei pochi pittori degni dei sommi Maestri che lo hanno preceduto».”. Giovanni Faccenda 350 opere pubblicate, uno spaccato significativo sull’opera di un artista senza eguali, che Vittorio Sgarbi definì “il pittore senza errori”. Un autore amato dal collezionismo italiano ed estero, che dagli anni Sessanta ne apprezza l’inimitabile produzione artistica.   ARMODIO Nome d’arte di Vilmore Schenardi. Incontra, a soli tredici anni, il pittore Luciano Spazzali, che lo inserisce nel suo laboratorio di artisti piacentini. Conosce così Gustavo Foppiani, con il quale inizia un percorso artistico importante, segnato dalla mostra del 1964 alla galleria l’Obelisco di Roma. In questi anni incontra la collezionista americana Lily Shepley, grazie alla quale si fa notare sul mercato statunitense. Nel 1972 il mercante Philippe Guimiot lo invita a collaborare con lui, mettendogli a disposizione la sua galleria di Bruxelles. Segue un periodo proficuo che consentirà all’artista piacentino di entrare in importanti collezioni private in Europa e negli Stati Uniti. In Italia collabora dapprima con la galleria Gian Ferrari di Milano, poi con la Braga di Piacenza, con L’Immagine di Arezzo e con la Marescalchi di Bologna. Soggetti: figure, nature morte, temi simbolici in chiave metafisica. Tecniche: tempera, olio.