Ma forse un dio

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Ma forse un dio

Porto di La Spezia, aprile 1946. Anna è una sopravvissuta alla Shoah. Ettore è un ex miliziano della Decima Mas. Entrambi hanno un passato da cui fuggire e una colpa a cui sopravvivere. Le loro vite si sono intrecciate con il fascismo, la guerra e infine con l’Operazione Exodus, che vede la città ligure, nuova Porta di Sion, al centro della migrazione clandestina degli ebrei d’Europa verso la Terra Promessa. Una potente storia di riscatto, d’amore e di speranza. 1933, XI anno dell’Era Fascista. Ettore Sbarra, figlio di contadini analfabeti della Lunigiana, è un Balilla. Anna Della Seta, figlia di ebrei emiliani trasferiti a La Spezia per lavorare alle fabbriche d’armi, una Piccola Italiana. Quello in cui crescono i due ragazzi è il Paese del consenso, dell’opprimente indottrinamento, dela retorica roboante, delle leggi razziali e della corsa folle verso il conflitto. Quando scoppia la guerra, Ettore si arruola con entusiasmo nella Milizia e parte volontario, mentre Anna vive la dura lotta contro la perdita di dignità della sua gente, tra i bombardamenti e la discriminazione che giorno dopo giorno si stringe come un cappio attorno ai suoi cari. I loro destini si sfiorano un istante dopo l’8 settembre, ma vengono scaraventati lontano dal precipitare degli eventi: la guerra per Ettore, che entra nella Decima Mas, e la deportazione ad Auschwitz per Anna. Le loro vite si toccano di nuovo nel ’46, nel porto di La Spezia, quando l’Apocalisse è ormai compiuta, entrambi in attesa di andare lontano, inseguiti da un passato da dimenticare. Exodus, come l’Esodo biblico, è il nome dell’operazione che porterà verso un nuovo inizio gli scampati alla furia nazista. La città ligure, passata alla Storia come la Porta di Sion, è il suo centro nevralgico. Sono tante le navi che partiranno alla volta della Terra Promessa. Ed è una sorta di giudizio universale, per chi sale e chi rimane a terra, ciascuno con i propri fantasmi e i gesti compiuti da perdonarsi. Perché il Male, per quanto grande, può essere attraversato, lasciato alle spalle. Come il mare.