Un trattore arancio

Cairo Publishing

Un trattore arancio

L’Italia degli anni Cinquanta è lo scenario in cui si incrociano storie intrise di delicata malinconia, di ironia sottile, freschezza e spontaneità, le stesse che contraddistinguono le canzoni di Giorgio Conte. La leggerezza dei ricordi, degli eventi piccoli o grandi dell’infanzia e dell’adolescenza, si ritrova per intero nelle vicende dei personaggi. Uomini come il signor Pistone (quello degli Spumanti Pistone), il comm. Vittorio Faletti, e poi il prof. Fasano (con il suo nuovo farmaco miracoloso, la «penicillina»), il cugino Alberto e il «Cavajer» (nonno Attilio). Donne come la Wanda (poppe enormi e sode, allure da sciantosa), nonna Tilde, Anna (la paziente ideale per il gioco del dottore) e poi Ada che ama tanto i vestiti rossi. Infine altri brandelli del tempo che fu, come la Giulietta Alfa Romeo 1300, la Maserati 12 cilindri, la Lancia Artena 1900 e, soprattutto, il trattore arancio, un Orsi degli anni Trenta, sedile in ferro con i buchi e volante nero a tre razze. Giorgio Conte ricorda e con la memoria spedisce cartoline lontane, ricche di colori vividi e di spensieratezza di gioventù, di voglia di vivere e anche di diventare, finalmente, adulti. Magari sorseggiando, al Bar degli Stanchi, un Carpano seltz con le olive verdi, piccole, unte e salmastre...

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